Il progetto di recupero dell’Abbazia della Vangadizza consente di riappropriarsi del simbolo stesso e del cuore della città di Badia Polesine. Dal chiostro del complesso ci si può dirigere in ogni direzione, in special modo verso l’area a parco già definita e aperta al pubblico che chiude verso nord l’antico monastero.
L’amministrazione comunale ha individuato nel recupero e valorizzazione della millenaria Abbazia della Vangadizza l’elemento principale del suo programma amministrativo, cogliendo e favorendo ogni iniziativa e finanziamento che possa consentire di portare a termine nei tempi più brevi il recupero dell’antico monumento, insediando in questo attività rivolte non solo al godimento turistico, ma bensì alla fruizione quotidiana della cittadinanza, stimolando altresì effetti economici e di occupazione coerenti con lo spirito del luogo.
Il recente programma operativo Regionale (POR-CRO) FESR 2007-2013, Linea di intervento 1,3 sostegno alla promozione e allo sviluppo dell’imprenditorialità. Azione 1.3.3 Artigianato artistico e tradizionale, è stato individuato come perfettamente aderente alla realtà storica, alle dimensioni materiali, alla qualità degli obiettivi, di quella sezione dell’abbazia denominata “barchessa” .
Questa consiste di un corpo di fabbrica di dimensioni adeguate in superficie e in volume all’insediamento delle attività artigianali, di tipo artistico e tradizionale, previste dal programma regionale citato .
Oltre agli obiettivi generali socio-economici già indicati, il progetto di recupero della “barchessa” della Vangadizza, ai fini d’insediare attività artigianali di tipo artistico e tradizionale, persegue i seguenti indirizzi di ordine tecnico ed architettonico:
- recupero con integrazione dei volumi residui della “barchessa” al fine di ottenere, nel rispetto del manufatto originale, spazi adeguati agli insediamenti richiesti;
- individuazione delle murature residue dell’antica “barchessa” che divengono matrice della soluzione proposta in armonia e con il sostegno dei documenti grafici storici;
- definizione di spazi modulari, articolati secondo il ritmo strutturale della “barchessa” che consentano di rispondere secondo aggregazioni di moduli alle esigenze di ciascun tipo di attività da insediare.
La superficie complessiva della “barchessa” risulta, dal progetto preliminare generale approvato, di mq. 508,93.
La struttura portante della “barchessa”, secondo i pilastri residui ancora esistenti, è costituita da 9 campate che variano da un minimo di m.4,90 a m.5,50 di interasse, mentre la profondità del corpo di fabbrica varia dai 10 ai 13 metri.
La struttura è sostenuta da una serie di pilastri interni che sono posti in allineamento con quelli del fronte meridionale, mentre la facciata nord è totalmente chiusa da una muratura di mattoni pieni fino alla copertura.
Delle 9 campate, 7 sono costruite e ricostruibili, mentre 2 rappresentano un vuoto. Le superfici medie delle 7 campate vanno dai mq.50 a mq.70 circa.
La dimensione di tali spazi sembra sufficiente per attività di artigianato artistico e storico che normalmente non superano le due o tre unità lavorative.
In ogni caso l’aggregazione modulare può consentire di ottenere spazi composti da 3 semimoduli o da due moduli. Se si considera la suddivisione in moduli si ottengono 7 unità. Se si considera, invece, di realizzare due unità ottenute dall’aggregazione di 3 semimoduli, si ottengono in totale 6 unità.
Si prevede di realizzare la copertura dello scoperto in coppi solo per 5 metri di profondità a partire da nord, mentre è previsto sulla parete ovest l’inserimento di una serra tutta vetrata.
Infatti questo spazio entro il quale è cresciuto un albero, dovrebbe essere destinato ad un giardiniere con servizi, magazzini e serra sul lato nord, con la possibilità di organizzare il restante spazio per l’esposizione e la vendita di piante e fiori.
Va mantenuto il percorso pedonale che unisce la zona del centro di Badia al parco pubblico a nord dell’abbazia, passando attraverso la barchessa in questo spazio semiaperto.
Ciascun modulo è dotato di un servizio igienico di dimensione tale da poter essere adeguato alle esigenze dei “diversamente abili”, di un piccolo magazzino e di un soppalco in corrispondenza della parte nord di ciascun modulo per stivare facilmente i materiali più ingombranti.
I materiali da costruzione sono di tipo tradizionale, con murature in mattoni pieni, struttura di copertura con travi in legno con soprastante tavolato, isolante e manto di coppi areato.
Gli impianti favoriscono il risparmio e prevedono caldaia a gas singola per la produzione di calore e di acqua calda.
I serramenti nella parte inferiore della fronte a sud consentono l’apertura dell’intera superficie vetrata. La parte superiore della facciata sud è protetta da tavolato in legno a lamelle e retrostante serramento apribile.
La “barchessa”, che ricade completamente all’interno del recinto della Vangadizza, costituisce anche il confine nord, nella parte occupata dal fabbricato, verso il parco pubblico.
Le attività previste, anche se di tipo artistico tradizionale, richiedono tuttavia una viabilità adeguata ai furgoni di trasporto, normalmente usati dagli artigiani.
La viabilità esistente, che si diparte verso nord dall’ingresso da via Cigno, è sufficiente a tale uso.
E’ tuttavia previsto di realizzare anche un accesso all’area artigianale attraverso un’entrata nella mura in continuazione della testata della “barchessa”, accesso preceduto da un’area di parcheggio di dimensione sufficiente all’uso specifico.
L’accessibilità pedonale è garantita poiché si considerano queste attività artigianali dei Workshops “laboratori d’arte” intesi a mostrare al pubblico e a vendere i propri prodotti.
E’ prevista inoltre l’accessibilità pedonale all’area che collega la “barchessa”, attraverso la manica lunga, posta ad ovest del mappale 530, con l’area più interna dell’abbazia.
Il progetto generale è stato approvato dalla Soprintendenza per i BAP di VR-VI-RO in data 13 ottobre 2011 prot. 27893.
I lavori sono stati affidati alla ditta Ducale Restauro di Venezia e se ne prevede l’ultimazione entro i primi mesi del 2014.
Il progetto di restauro è stato realizzato dallo Studio Arch. Vio – Fassina, in collaborazione con l’Ing Claudio Giarola.
|